Forma autorizzata del nome
Gentilini, Franco, artista, (Faenza 1909 - Roma 1981)
Dopo le scuole elementari, frequenta i corsi serali di disegno industriale e plastica per artigiani della scuola comunale "Tommaso Minardi" di Faenza. Contemporaneamente entra come lavorante nella fabbrica di ceramiche "Focaccia & Melandri". Nel 1925 si reca a Bologna per incontrare il pittore Giovanni Romagnoli, che lo incoraggia a lavorare e a studiare e lo presenta al critico d'arte Nino Bertocchi. Successivamente, sotto la guida del pittore Mario Ortolani, proprietario di una piccola fabbrica di ceramiche, inizia la pittura all'aperto. Nel 1928, partecipa alla "III Mostra d'arte del gruppo risveglio artistico giovanile faentino" e nel 1929 espone a Bologna alla "I Mostra regionale del sindacato fascista emiliano-romagnolo degli artisti". Nel 1930 la giuria della XVII Biennale di Venezia accetta un suo quadro e sempre nello stesso anno si reca a Parigi, in compagnia dell'amico Giuseppe Liverani. Al suo ritorno nel 1932 si trasferisce definitivamente a Roma, dove ha il suo primo studio in uno stabile in via del Gallinaccio, nei pressi del Quirinale per poi, nello stesso anno, trasferirsi in un altro atelier che condivide con lo scultore Edgardo Mannucci. Nella capitale frequenta la terza saletta del caffè Aragno, dove conosce molti artisti e letterati tra cui Barilli, Cardarelli, Cecchi, Cagli, Ungaretti, Falqui, Sinisgalli, Diemoz, de Libero ai quali si lega per stima e amicizia. Grazie ad alcuni di loro, inizia a collaborare come illustratore alle riviste "Quadrivio"...
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