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Parrocchia di San Lorenzo, Folgaria, - Ente

 

Tipologia

Ente

 

Forma autorizzata del nome

Parrocchia di San Lorenzo, Folgaria, [1400] -  Linked Open Data: san.cat.sogP.91631

 

Altre denominazioni

Parrocchia di San Lorenzo

 

Tipo ente

ente della chiesa cattolica

 

Descrizione

Il territorio comunale di Folgaria copre una superficie di 71,62 mq, che va da un'altitudine minima di 369 m. a 2060 m. s.l.m. La zona può essere suddivisa in due parti, tenendo come spartiacque il passo del Sommo, che separa il bacino imbrifero dell'Astico da quello dell'Adige. Ad oriente del passo del Sommo (area localmente detta dell'"Oltresommo"), l'altopiano si prolunga fino a inglobare parte del pianoro di Fiorentini (m. 1486) e la sella che ospita l'abitato di Carbonare (m. 1074), spingendosi poi con le frazioni di Nosellari e Dazio-Virti fino al confine con l'altopiano di Lavarone. Ad occidente del passo del Sommo si apre a ventaglio verso la valle del Rio Cavallo, estendendosi dal crinale di monte Maggio - Costa d'Agra, al confine con la provincia di Vicenza. Il torrente, che ha origine nella torbiera (anticamente lago) di Ecchen, divide il terrazzo di Folgaria dalla conca pianeggiante di Serrada. Poco distanti, il dosso della Martinella e il monte Finonchio (m. 1603) chiudono l'altopiano a sud. Folgaria è il centro politico amministrativo. I centri frazionali maggiori sono Costa, Serrada, Carbonare S. Sebastiano, Nosellari, Guardia e Mezzomonte di sotto e di sopra. Rarissime sono le testimonianze archeologiche che possono offrire informazioni sulla preistoria locale: un giacimento del Paleolitico superiore è stato individuato nella zona dei Fiorentini. Nel 1979 fu individuato un altro sito nell'area prativa dell'Elbele, poco distante dall'abitato di Carbonare, datato all'ultimo Paleolitico o al primo Mesolitico. Un altro ritrovamento è stato recentemente effettuato ai piedi di riparo sotto roccia, in località "Cogola" sempre nei pressi di Carbonare (1). Secondo Desiderio Reich, le prime popolazioni a stanziarsi in modo stabile sull'altopiano, a partire dal III secolo a. C., furono di origine celtica. Secondo lo studioso esse "abitarono castellieri preistorici, costassù chiamati con nomi germanici di Pustal o Pustel, come quello probabile della Chiesa di Lavarone, quello pure presumibilmente situato nel centro di Folgaria, dal quale sorse la Villa, quello posto ad oriente di questa chiamato Pustal, ora dosso dei Pocheri, il Postel o Pustal di Serrada, e quello situato a mezza strada da Calliano fra Carpeneda e Folgaria detto pure Pustal"(2). Secondo lo Zieger, i Galli ignorarono Folgaria, stabilendosi preferibilmente nella zona occidentale della provincia(3) Particolarmente avaro di notizie e testimonianze archeologiche è il periodo romano. All'interno della rete viaria improntata dai Romani, nessuna via d'importanza commerciale attraversava la zona folgaretana. Come scrive Gian Maria Tabarelli: "Sul fianco opposto della val d'Adige, fra Ala e Trento, c'erano probabilmente, [?], due soli passaggi verso il Veneto: la risalita tramite la Vallarsa, al Pian delle Fugazze e da qui a Schio, e la bretella, attraverso Vigolo Vattaro, tra il ramo Padano e l'Altinate della Claudia (un terzo, battuto probabilmente solo da saltuari passanti era la risalita del rio Cavallo per Folgaria - sulla direttrice sono state trovate alcune monete - ma non era probabilmente di primaria importanza) " (4). La documentazione archeologica successiva si riduce a ben poca cosa: una moneta di Costantino rinvenuta a Serrada e un orecchino di bronzo, forse d'età barbarica, scoperto a Folgaria (5). Quella che il Reich chiama "immigrazione germanica secondaria", sarebbe avvenuta durante il X secolo, dopo che Ottone I di Sassonia assegnò nel 952 la marca di Trento, Verona e Aquileia al fratello Enrico, duca di Baviera: "Sarà stato quindi fra l'anno 952 ed il 976 che i duchi di Baviera colonizzarono le alture poco abitate tra il Brenta e l'Adige con gente tedesca, bavarese, onde meglio signoreggiare il paese e per espandervi la loro popolazione, se tutti sono d'accordo nel dire che la lingua di queste colonie era di dialetto bavarese" (6). Gli insediamenti dell'altopiano e le terre, appartenevano al feudo vescovile di Beseno. Il giudizio di Beseno ebbe origine dalla gastaldia e castellanza omonima. Nel XII secolo sappiamo che a capo del castello c'era un rappresentante della famiglia dei da Beseno, Carbonio, in qualità di 'miles' o come uno dei diversi 'ministeriales' dei conti di Appiano. Questi ultimi appartenevano all'antica e decadente aristocrazia feudale, di matrice ancora longobarda, che proprio in quel periodo stava spegnendosi sopraffatta dalle nuove famiglie castellane trentine. I da Beseno, identificabili probabilmente con i signori di Povo, rimasero valvassori dei conti fintantoché il feudo non passò in mano al principato trentino (7). Castel Beseno divenne proprietà vescovile grazie ad una serie di acquisti effettuati all'inizio del XIII secolo da Federico Wanga dai signori di Beseno e dai conti di Appiano. E' proprio a questi anni risalgono le prime notizie certe relative a Folgaria...

 

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