Forma autorizzata del nome
Pucci ramo di Alessandro di Niccolò, Firenze, sec. XVII inizio - 1808
Pucci ramo di Alessandro di Niccolò
Tre dei figli di Niccolò di Giulio Pucci (1556-1625) dettero vita ad altrettanti rami della famiglia: Giulio a quello marchionale, Alessandro e Ottavio a due rami destinati ad estinguersi nel corso dell'Ottocento.
Alessandro (1603-1652) fu ricchissimo banchiere coinvolto nel fallimento delle sue imprese, in cui rimase coinvolto anche il figlio Roberto (1624-1659). Questi, marito di Elisabetta di Giovanni Ginori, ebbe Giovanni Lorenzo Orazio (1645-1728), letterato e accademico fiorentino, marito a sua volta di Maria di Domenico Castelli e padre di Alessandro Orazio (1692-1782), senatore di Firenze dal 1762, segretario dell'Ufficio delle Tratte, socio dell'Accademia dei Georgofili, agronomo e benefattore; e Roberto Orazio (1698-1754), marito di Maria Vittoria di Giovanbattista Nelli ed erede del cavaliere Bianco Cecchini (+ 1777).
Furono questi a continuare la discendenza con Ottavio Orazio (1734-1801), marito di Maria Maddalena, figlia ed erede di Donato Cocchi Donati da Fortuna (+ 1823). Furono le loro figlie a ereditare i beni del loro ramo perché l'unico figlio maschio, Roberto Orazio, morì infante: e precisamente Lucrezia (1771-1733) che sposò il conte Averardo Serristori nel 1788 e generò Paolina, moglie a sua volta di Luigi Guicciardini al quale portò i beni di Casignano e di Uliveto e il relativo archivio; e Teresa (1779-1830), andata in sposa al marchese Antonio Baciocchi, cugino del più noto principe Felice.
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