Forma autorizzata del nome
Bartolini Salimbeni, Firenze, sec. XIV -
Già ai primi del Trecento i Bartolini Salimbeni, che deriverebbero dai Salimbeni di Siena con un Bartolino allora trasferito a Firenze, furono immatricolati nella fiorentina Arte della Seta e sin da quell'epoca rivestirono importanti cariche politiche nel governo cittadino: fra il 1362 e il 1523 ebbero 32 priori e 5 gonfalonieri; durante il principato furono attivi collaboratori dei Medici. I figli di Bartolommeo di Lionardo e Piera Tedaldi si distinsero per cariche e meriti. Zanobi (1485-1533), marito di Costanza Pandolfini, fu commissario generale di guerra durante l'assedio di Firenze, poi eletto fra i primi senatori del principato, nel 1532. Gherardo (1487-1551) sposò Cassandra Salviati e fu tesoriere di Lorenzo de' Medici duca di Urbino. Giovanni, nel 1519, dette inizio alla costruzione del palazzo di piazza S. Trinita, il cui disegno era stato commissionato a Baccio d'Agnolo, che ebbe termine nel 1523 (tutte le fasi dei lavori sono documentate nel "Libro della muraglia" conservato in archivio). Fu poi la discendenza di Zanobi, che ebbe otto figli dalla moglie Costanza Pandolfini, a proseguire la famiglia. Fra i suoi discendenti, Giovanbattista, valente militare nell'esercito di Carlo VII, nel 1713 ottenne da questi il titolo di marchese, poi confermato nel 1733 dal granduca Gian Gastone. Nel 1871, per decreto di Vittorio Emanuele II del 23 dicembre, Pietro (1841-1909) di Leonardo (1789-1862) di Salimbene aggiunse al proprio il nome Vivai, a seguito dell'eredità di...
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