Forma autorizzata del nome
Opera pia Montorsi (Castelvetro di Modena)
ente di assistenza e beneficenza
Don Matteo Paolo Montorsi di Castelnuovo Rangone fondò quest'opera pia a favore dei poveri infermi e cronici della parrocchia di Castelvetro (rogito del notaio Gaetano Barberi, 1787), assegnandole un capitale di £ modenesi 1500 che egli versò nelle casse della Comunità di Castelvetro all'atto del rogito. Nel 1792 il sacerdote donò agli stessi poveri di Castelvetro un podere posto a "Ca' de Canevazzi" dell'estensione di biolche 16,30. Don Matteo Montorsi stabilì che i suoi lasciti fossero amministrati dagli uomini del Comune insieme al parroco pro tempore di Castelvetro, e che il fondo non venisse mai venduto, bensì affittato. L'amministrazione dell'Opera Pia Montorsi (rogito del notaio Rossi Salvatore, 20 novembre 1792) concesse ai fratelli Angelo e Carlo Baggi a titolo di livello il dominio utile del podere "Ca' de Canevazzi" per un canone annuo di modenesi £ 520. Dalla famiglia Baggi l'utile dominio passò per successione alla famiglia Pisa - Faloppia e questa conveniva (in base alla legge del 24 gennaio 1864) l'Amministrazione dell'Opera Pia per lo svincolo del livello gravitante sul podere. La Presidenza non si oppose allo svincolo ma chiese che il livellario Pisa - Faloppia si mettesse in regola con la rinnovazione del contratto e che il canone fosse aggiornato secondo quanto stabilito nell'atto del 1792. Da questa richiesta derivò un contenzioso che fu risolto da sentenza del Tribunale di Modena (29 dicembre 187 [Descrizione completa consultabile in IBC Archivi.]
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