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Comune di Cantalupo in Sabina, Cantalupo in Sabina (Rieti), sec. XI - - Ente

 

Tipologia

Ente

 

Forma autorizzata del nome

Comune di Cantalupo in Sabina, Cantalupo in Sabina (Rieti), sec. XI -  Linked Open Data: san.cat.sogP.83387

 

Altre denominazioni

Cantalupo

      Comune di Cantalupo in Sabina

 

Data di esistenza

sec. XI -

 

Sede

Cantalupo in Sabina (Rieti)

 

Natura giuridica

pubblico

Tipo ente

ente pubblico territoriale

 

Descrizione

Il "Castrum Cantalupi" è citato per la prima volta nel 1037 in documenti del Regesto Farfense. Al contrario di molte comunità sabine, Cantalupo appare sempre al di fuori della sfera di influenza dell'abbazia di Farfa: i conti di Cunio sono i primi "consorti" che danno vita alla primitiva rocca, cui segue il "Palatium" dei conti di S. Eustachio (sec. XIII e XIV). Cantalupo passa quindi ai Savelli, che dominano nel castello sino a tutto il XV secolo; seguono i Cesi di Acquasparta e di Rignano che, nei secoli XVI e XVII, trasformano il castello dei Savelli nel palazzo residenziale tuttora noto come Palazzo Cesi. Nel 1697 Guido Vaini, marchese di Vacone, acquista il castello ed il feudo dai Cesi, lasciando poi l'eredità ai Lante della Rovere, che lo detengono sino al 1804. La proprietà del palazzo, il ricco patrimonio terriero e vari possedimenti immobiliari passano poi nelle mani di diversi signori, dal Patriziato Sabino, ai Simonetti e nel 1840, con il titolo di principato riconosciutogli da Gregorio XVI, al francese De Podenas. Nel 1862 Giovanni Battista Camuccini, figlio del pittore neoclassico Vincenzo, acquista il patrimonio dell'ex feudo e trasforma il "Palazzo" in un museo. Amministrativamente Cantalupo è in origine comunità indirettamente soggetta alla Camera Apostolica. Durante il dominio napoleonico (1798-1799) il comune è inserito dapprima nel dipartimento del Clitunno, cantone di Poggio Mirteto, per passare poi al dipartimento di Roma, circondario di Rieti, canto...

 

Sistema aderente

SIUSA. Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.

 

URL Scheda provenienza