Forma autorizzata del nome
Curia vescovile di Gubbio, Gubbio (Perugia), sec. XII -
Curia vescovile di Gubbio
ente e associazione della chiesa cattolica
Già alla fine del 300, attraverso gli scritti di San Girolamo, abbiamo notizia dell'esistenza di una "Diocesi Eugubina". Tale Diocesi era articolata anche con pievanie di campagna, come risulta da una lettera redatta nel 416 da papa Innocenzo I per il vescovo Decenzio. Nello scritto si fa riferimento anche ai predecessori di Decenzio.
All'epoca tardo-antica è da riferire, secondo alcuni storici, la nascita del titolo della Cattedrale, a seguito della traslazione, a Gubbio, sulla fine del V secolo, dei resti di sette martiri africani, due dei quali, Giacomo e Mariano, particolarmente famosi e venerati. Proprio attorno alla loro venerazione crebbe e si consolidò l'identità ecclesiale eugubina, tanto che lo stesso vescovo, in più di qualche documento, viene in quelle epoche citato come "Episcopus S.cti Mariani".
Tra la fine del X e l'inizio dell'XI secolo, accanto ai già preesistenti insediamenti benedettini (Vallingegno, San Benedetto Vecchio, San Pietro in Urbe), sorsero nuovi monasteri che contribuirono alla rinascita fisica e spirituale della Diocesi; particolarmente importante fu quello di Fonte Avellana che, in due secoli, fornì alla Diocesi dieci vescovi.
Al vescovo Ubaldo Baldassini, successivamente santo e patrono della città di Gubbio, si deve la ricostruzione urbana e della Cattedrale, dopo un incendio avvenuto nel 1126, e la riforma dei canonici, ai quali propose la "Regola Portuense".
Al periodo comunale e al primo periodo della signoria dei Montefeltro, cor...
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