Forma autorizzata del nome
Amministrazione dell'Appennino gualdese di Gualdo Tadino, Gualdo Tadino (Perugia), 1896 - 1974
Amministrazione dell'Appennino gualdese di Gualdo Tadino
ente funzionale territoriale
Nel 1805, per l'insolvenza del comune di Gualdo, lo Stato Pontificio, oberato dagli oneri di guerra del periodo napoleonico, dispose la vendita all'asta del "dominio ed il possesso dei fondi rustici sulla montagna" gualdese per il prezzo di 13.205 scudi; nella vendita si intendeva riservato "lo jus pascendi e lo jus legnandi" della popolazione.
I gualdesi, in sostanza, rimanevano titolari del diritto di pascolare e far legna, ma poiché la montagna fu acquistata dalla famiglia Rossi Vaccai di Spoleto, sarebbe stato necessario pagare ai nuovi proprietari un canone di affitto. Sorse così l'esigenza di un riscatto della montagna.
Successivamente non vi furono sostanziali modifiche alla situazione di diritto, salvo il passaggio della proprietà, per ragioni ereditarie, alla famiglia Bacchettoni.
Al fine di liberarsi di un balzello, comunque esoso, furono intraprese varie iniziative, fino a quando, nel 1893, la giunta degli arbitri di Foligno, con sentenza del 14 maggio, accolse uno dei tanti ricorsi, restituendo al Comune di Gualdo Tadino, a titolo di enfiteusi perpetua, tutti i terreni montani soggetti ad uso civico, dietro pagamento di un canone annuo di lire 4.400.
Attori della causa furono il sindaco Ugo Guerrieri per il Comune e, per gli utenti, Pietro Cioli, Ettore Boccalini, Francesco Mazzoni (Grello e Voltole), Paolo Giovagnoli e Bonifacio Ginocchietti (Rigali), Luigi Angeli e Daniele Gatti (Pieve di Compresseto), Giuseppe Vinciotti (Piagge), Cesare Pallucca e Vincenzo...
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