Forma autorizzata del nome
Comune di Ussita, Ussita (Macerata), sec. XIII -
ente pubblico territoriale
Ussita e le sue ville (Vallestretta, Sorbo, Pieve, Casali, Sasso, Castello, S. Placido, Vallazza, S. Sedio, Tempora e Calcara), a partire dal XIII secolo, costituivano una delle cinque guaite, denominata "Guaita Uxitae", che componevano la comunità di Visso. La "Guaita Uxitae", insieme a quella di Castelsantangelo detta "Guaita Montanea", era dotata di autonomia patrimoniale e amministrativa, di un proprio ordinamento militare e un proprio statuto.
In ogni guaita il potere era rappresentato da un vicario o castellano, il quale ricopriva la carica di cancelliere del consiglio dei massari della guaita ed aveva la funzione di garante dell'ordine e dell'osservanza dello statuto comunale di Visso.
Il bilancio pubblico era affidato a un tesoriere, eletto dai massari ogni due mesi; le esazioni fiscali, invece, erano date in appalto ai delegati di ogni singola villa.
Nelle guaite erano anche previste le figure del torriere e del bajulo (custodi della torre e porte), un viale (addetto alla cura di strade, fiumi e ponti), gli ambasciatori e i gualdari (ufficiali del Danno Dato).
Venti massari per ogni guaita andavano a formare il Consiglio generale di Visso che aveva il compito di approvare le leggi comuni alle cinque unità amministrative e di eleggere i priori.
I priori, insieme con i capitani del popolo, i governatori e il podestà avevano l'obbligo di risiedere a Visso, dove venivano trattati gli interessi collettivi e generali dell'intero territorio comunale.
Ussita, nel 1392...
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