Forma autorizzata del nome
Comune di Bonea, Bonea (Benevento), 1811 -
ente pubblico territoriale
Il toponimo non ha un etimo sicuro; è attestato per la prima volta in un documento del Codice cavense datato 947, in cui si legge di un pezzo di terra sito "in locum trans Boneia, ubi proprio Maiano dicitur". Come osserva Meomartini, fino alla sua costituzione in comune Bonea non può vantare una storia autonoma, distinta da quella di Montesarchio, "capo de valle de Gaudo", secondo la definizione datane da un ambasciatore della Repubblica veneta nel XIV secolo. Dal X secolo in poi viene sempre citata come casale della vicina Montesarchio; il suo nome non figura nel "Catalogus baronum" e neppure nel cedolario del 1320. Nella seconda metà del XVII secolo il Beltrano, descrivendo il Regno di Napoli diviso in dodici province, non ne fa menzione alcuna. Alla fine del secolo successivo Sacco e Giustiniani la ricordano, insieme con Varoni e Cirignano, come contado o casale di Montesarchio, terra in provincia di Montefusco o Principato ultra abitata da circa 7.000 anime.
Durante il decennio francese le modifiche introdotte nella struttura amministrativa del Regno favorirono il progressivo riassetto organizzativo del territorio caudino e l'ascesa di Bonea. Con la legge 8 dicembre 1806, n. 272 Giuseppe Napoleone stabilì che il Regno di Napoli fosse diviso in quattordici province, a loro volta articolate in distretti e governi. Il governo di Montesarchio, dal quale Bonea dipendeva in qualità di casale, fu aggregato al distretto di Montefusco, appartenente alla provincia di Principat...
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