Forma autorizzata del nome
Ospedale maggiore di Lodi
L'Ospedale Maggiore di Lodi fu fondato nel 1457, nell'ambito del processo di concentrazione delle istituzioni ospedaliere che caratterizzò l'area padana in quel secolo. Su proposta dei Decurioni, il vescovo Carlo Pallavicino decretò l'aggregazione degli ospedali laudensi, con i relativi patrimoni, a quello di Santo Spirito della carità. Subito dopo (1459) cominciarono i lavori per la costruzione della nuova e più ampia sede, ispirata al modello a crociera ideato da Antonio Averulino, detto il Filarete. Il giuspatronato del nuovo "Maggiore", che conservò lo stemma (la "colombetta") del Santo Spirito, fu attribuito alla Città: l'amministrazione fu affidata a una Confraternita di sette delegati - poi (1466) divenuti ventidue e infine (1482) ventitré - la cui nomina doveva essere approvata dal vescovo. In seguito (1492), per volontà del duca di Milano Gian Galeazzo Maria Sforza, le cariche, inizialmente vitalizie, divennero annuali, secondo un meccanismo di rotazione simile a quello formulato nel 1456 per il Capitolo dell'Ospedale Maggiore di Milano: il consiglio sarebbe stato formato da diciassette deputati elettivi, oltre al podestà e al commissario ducale. Accanto alla cura e al ricovero dei malati poveri, che non formano oggetto di questo profilo, l'Ospedale di Lodi era destinato, fin dalla sua fondazione, ad accogliere anche i bambini esposti presso la sua sede o in luogo pubblico, purché fossero figli di persone povere, come ammoniva nel 1509 la bolla di scomunica di Giulio II, richiesta dai deputati lodigiani contro i genitori non indigenti che abbandonavano i figli al Luogo pio senza poi indennizzarlo (1). [Descrizione completa consultabile in Lombardia Beni Culturali.]
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