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Comune di Bitonto, Bitonto (Bari), sec. XIII - - Ente

 

Tipologia

Ente

 

Forma autorizzata del nome

Comune di Bitonto, Bitonto (Bari), sec. XIII -  Linked Open Data: san.cat.sogP.5030

 

Altre denominazioni

Comune di Bitonto

      Universitas di Bitonto

 

Data di esistenza

sec. XIII -

 

Sede

Bitonto (Bari)

 

Natura giuridica

pubblico

Tipo ente

ente pubblico territoriale

 

Descrizione

La città di Bitonto appartenne quasi costantemente al regio demanio ad eccezione di brevi periodi in cui fu concessa in feudo. Dal 1438 al 1439 fu data alla famiglia dei Caldora [Libro Rosso della Università di Bitonto (1265-1559) edizione a cura di Antonio De Capua, prefazione di Alessandro Pratesi, Palo del Colle, Liantonio, 1987, LXVI, 105 e LCVII] per poi passare nel 1441 a Giovanni da Ventimiglia che la dominò fino al 1453 [L. R. VIII, 13; LXVIII, 107; XXXI, 52-54; LXXIX, 119]. Dal 1453, Bitonto ritornò a far parte del Regio demanio [de Tauris Pascarello, Prot. 1453, c. 1] per poi essere concessa in feudo, nel 1460, a Giovanni Antonio Orsini, Principe di Taranto [de Tauris, Prot. 1460, c. 31]. Questi tenne la città fino al 1463 quando, alla sua morte, passò a Giulio Antonio Acquaviva [L. R. LXXXII, 122]. Rimasta in mano alla famiglia degli Acquaviva fino al 1487, Bitonto ridivenne regio demanio fino al 1506 [de Tauris, Prot. 1487, c. 1]. Nel 1507, Ferdinando il Cattolico nominò signore della città Consalvo Fernandes de Cordova. Sotto questa famiglia Bitonto rimase fino al 1551, anno in cui Fernando de Cordova, Duca di Sessa (nipote di Consalvo di Cordova) diede il consenso ai bitontini di riscattare la città [L. R. CXXX, 196] al consistente prezzo di 66000 ducati di carlini. L'atto del compromesso della vendita fu redatto dal notaio Sebastiano Canoro de Napoli il 27 maggio 1551 [L. R. CXXVI, 179; CXXX, 193; CXXXI, 197] e fu ratificato dal feudatario il 6 marzo 1552 [...

 

Sistema aderente

SIUSA. Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.

 

URL Scheda provenienza