Forma autorizzata del nome
Parrocchia di S. Agata maggiore, Ravenna, sec. XVI -
Parrocchia di Sant'Agata maggiore
In base a documenti dei secc. XI, XII e XIII la basilica di Sant'Agata era un "coenobium" o "monasterium", e da documenti del secolo XV si evince che per diversi secoli la basilica fu retta da una sorta di collegio di sacerdoti. Ancora nel sec. XVI è testimoniata la presenza in Sant'Agata di un collegio di tre presbiteri che congiuntamente erano rettori della parrocchia. Con decreto del 27 giugno 1571, l'arcivescovo Giulio Feltrio Della Rovere (1566 - 1578) ordinò la divisione della parrocchia fra i tre suddetti rettori con la relativa determinazione dei confini delle tre nuove parrocchie: Sant'Apollonia, Sant'Agata e Santa Lucia. Quest'ultima parrocchia ebbe tutto il territorio esterno alle mura cittadine: dall'attuale territorio parrocchiale di San Rocco fuori di Porta Sisi fino alla campagna oltre il borgo. Con la costruzione della nuova chiesa di San Rocco la parrocchia ne prese il nome e divenne completamente indipendente dalla basilica di Sant'Agata. Infatti nel 1583 la basilica di Sant'Agata era ancora sede di tre parrocchie. Invece le restanti due parrocchie di Sant'Agata e Sant'Apollonia, nonostante la divisione territoriale, essendo all'interno delle mura cittadine continuarono a coabitare nella medesima chiesa e continuarono ad avere in comune la gestione della Cimiliarchia (chiamata anche "fabbriceria"), amministrazione autonoma che possedeva propri beni che utilizzava appunto per affrontare le spese del culto. Citando ancora l'opera di Tarlazzi, da sempre...
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