Forma autorizzata del nome
Notai del distretto di Ancona
Archivi notarili esistevano sin dal medio evo in varie località, ma ne generalizzò l'istituzione, dando loro una disciplina uniforme, Sisto V con la costituzione Sollicitudo pastoralis officii del 1 ag. 1588, cosicché quasi ogni comune fu sede di un archivio notarile.Soppressi nel periodo napoleonico e concentrati nell'archivio generale di Ancona furono quasi tutti ricostituiti con la restaurazione. Con Pio VII (motuproprio 31 mag. 1822), si ebbe una ristrutturazione con la costituzione di archivi centrali, oltre che ad Ancona, anche ad Arcevia, Castelfidardo, Corinaldo, Filottrano, Jesi, Montalboddo (Ostra), Montecarotto, Montemarciano, Offagna, Osimo, Staffolo, nonché a Senigallia (allora della delegazione di Urbino) e a Fabriano, Loreto e Sassoferrato (allora della delegazione di Macerata); molti comuni però ottennero, inoltre, " per grazia " di conservare il proprio archivio notarile.Dopo l'unità, quello di Ancona - che concentrò anche i protocolli di Staffolo, Genga, Morro (Morro d'Alba) e Filottrano - fu classificato distrettuale, mentre furono ascritti fra i mandamentali gli archivi di Fabriano, Jesi, Osimo, Sassoferrato, Senigallia oltre quelli, successivamente soppressi o trasformati in comunali, di Arcevia, Corinaldo, Filottrano, Loreto, Montecarotto e Ostra. Rimasero comunali gli archivi di Belvedere Ostrense, Castelplanio, Chiaravalle, Cupramontana, Montemarciano, Monte San Vito, Offagna, Ostra Vetere e Serra San Quirico
GGASI. Guida Generale degli Archivi di Stato