Forma autorizzata del nome
Corporazioni religiose soppresse
Opere pie, istituzioni di assistenza e beneficenza, ospedali
La soppressione delle Corporazioni religiose avvenne con regio decreto n. 3036, 7 luglio 1866. E' in epoca napoleonica però, tra il 1797 e il 1805, che si assiste ad una massiccia soppressione delle maggiori e più antiche istituzioni. I patrimoni degli enti soppressi furono devoluti alla Cassa Ecclesiastica, che aveva il compito di provvedere alle pensioni dei membri delle disciolte Corporazioni. Con legge 21 agosto 1862, n. 794, venne stabilito che la Cassa dovesse cedere al Demanio, che a sua volta li avrebbe in parte assegnati ai Comuni, gli immobili monastici disponibili, per istallarvi scuole o per altri usi di pubblica utilità. Successivamente l'applicazione delle leggi sulla soppressione delle Corporazioni religiose e sull'incameramento dei beni ecclesiastici del 7 luglio 1866 e del 15 agosto 1867 comportò in Italia una grande trasformazione sulle proprietà fondiarie e sull'uso e la destinazione dell'importante patrimonio culturale detenuto dagli enti religiosi.
Bibliografia: Negli archivi statali della Sicilia, che non conobbe l'occupazione napoleonica, a seguito delle leggi del 1866 e 1867, furono versati, dagli organi statali preposti alla sottrazione dei beni del clero regolare, (Intendenza di finanza e Uffici del Registro) i fondi delle Corporazioni religiose soppresse. Si tratta in realtà di fondi originari aggregati successivamente in un ulteriore complesso documentario che, impropriamente, finisce con l'assumere anche una fisionomia autonoma. Nel fondo si nota la presenza di carteggi tra l'Intendenza di finanza e gli Uffici del Registro per l'amministrazione patrimoniale (Inventario delle "Corporazioni religiose" di Enna, voll. 375, 529, 53, 810, 813).
SIAS. Sistema Informativo degli Archivi di Stato.