Forma autorizzata del nome
Ospizio di Firenze dei padri eremiti di Camaldoli, monastero poi ospizio
S. Giovanni della Carra
S. Salvatore alla Rosa
Ospizio dei Mendicanti
S. Salvatore appie di Monte
S. Giovannino
S. Salvatore del Chiatto
S. Salvatore di Camaldoli
S. Salvatore dei Mendicanti
Ospizio maschile di monaci benedettini camaldolesi, nella diocesi di Firenze. Lo stanziamento dei camaldolesi nella citta di Firenze ebbe inizio con la donazione, nel 1102, di una chiesa che fu in seguito ampliata e affiancata da un monastero. Da questa data inizio una serie di lasciti e donazioni che ampliarono progressivamente il patrimonio immobiliare del complesso; allo stesso tempo numerosi privilegi pontifici ne accrebbero il prestigio nella realta locale. Nel 1299, con la realizzazione dell'ultima cerchia muraria, la struttura fu inclusa all'interno delle mura cittadine; pochi anni dopo il monastero inizio una notevole opera di lottizzazione, che coinvolse anche la chiesa, ampliata e ristrutturata. Negli anni venti del XVI secolo l'edificio fu adibito a lazzaretto, ed i monaci allontanati; successivamente il complesso fu assegnato alle monache cavalieresse gerosolimitane di San Giovanni di Frieri, che tuttavia dovettero abbandonare l'edificio intorno al 1550 a causa dei lavori di ampliamento del sistema difensivo voluto da Cosimo I. A partire da questa data inizio il degrado del complesso: la chiesa venne adibita a magazzino, fino a che, nel 1621, la struttura, per volere di Ferdinando II, fu adattata ad ospizio per mendicanti. Nel corso del XVIII secolo gran parte dei locali passo all'attiguo convento di San Francesco di Sales, e successivamente vi furono inserite le scuole Leopoldine.
SIASFI. Sistema Informatico dell’Archivio di Stato di Firenze.
