Forma autorizzata del nome
Pratica segreta di Pistoia e Pontremoli
Pratica segreta di Pistoia
1556 marzo 31 - 1775 gennaio 4
Nei decenni iniziali del principato di Cosimo I, il Pistoiese fu amministrato, per quanto riguardava governo, giustizia e fiscalita, dal Magistrato supremo prima (1532-1538) e da quattro commissari poi (1538-1556), due cittadini fiorentini e due locali eletti dagli Otto di Pratica, unitamente al Capitano e al Podesta. I Quattro commissari, tuttavia, risiedevano a Firenze, fatto tutt'altro che funzionale ad un corretto e agile controllo del territorio e al disbrigo degli affari, soprattutto di quelli di carattere giudiziario.
Per questi motivi Cosimo I, con una legge del 31 marzo 1556, aboli i Quattro commissari per assegnare il governo di Pistoia e del suo territorio ad una "pratica" apposita, ripristinando, contemporaneamente, le magistrature collegiali provinciali. La Pratica segreta di Pistoia e quella che gia esisteva per Firenze e altre zone del dominio avevano numerosi elementi in comune: tipo di competenze, la sede e, quasi sempre, i membri che le componevano. Essendo tuttavia distinte per quanto riguardava il territorio di giurisdizione, le due magistrature erano dotate di archivi separati e di un cancelliere e personale distinti. La Pratica segreta di Pistoia aveva, tra le sue attribuzioni principali, la responsabilita sulla giustizia civile e criminale, la vigilanza sulle finanze dei luoghi pii, fossero essi laicali o ecclesiastici, l'approvazione degli statuti delle comunita locali.
SIASFI. Sistema Informatico dell’Archivio di Stato di Firenze.