Forma autorizzata del nome
Carcere giudiziario di San Vittore
Casa Circondariale di San Vittore
organo periferico dello Stato
CARCERI MILANESI NELL'OTTOCENTO Nella Milano di metà Ottocento esistevano diversi luoghi destinati alla detenzione: - la Casa di Correzione, costruita nella zona di Porta Nuova a partire dal 1762, su disegno di Francesco Croce e utilizzata già dal maggio 1766, ma mai completata, fu smantellata nel 1932 - il carcere del Castello (Sforzesco) dove un tempo venivano reclusi i prigionieri politici e dove furono trasferiti i detenuti provenienti dal carcere di Santa Margherita, abbattuto per costruire l'attuale galleria Vittorio Emanuele (1864 - 1878); - il carcere criminale presso il tribunale correzionale, situato nelle vicinanze di Piazza Fontana; - il carcere di Sant'Antonio, in cui venivano recluse prevalentemente le donne; - il carcere di San Vittore Nuovo; - il carcere di San Vittore Vecchio. Non si hanno notizie certe su quale dei due carceri di San Vittore avesse sede nella chiesa e convento dei Cappuccini di San Vittore. Nel dibattito ottocentesco sulle forme carcerarie si andava affermando la convinzione secondo cui la promiscuità poteva favorire l'attitudine a delinquere e impedire il ravvedimento dei singoli. Seguendo una filosofia tesa ad un controllo sempre più razionalizzato dei detenuti, si cominciavano a progettare carceri dotati di celle singole, per questo detti "cellulari o cellari". A Milano il risultato più evidente di questo lungo percorso di regolamentazione degli stabilimenti penali, che tra la fine del Settecento e i primi dell'Ottocento comportò una certa transizione da forme espiative tradizionali ad una penalità centrata sulla detenzione, fu la costruzione del carcere di San Vittore. [Descrizione completa consultabile in Lombardia Beni Culturali.]
LBC Archivi. Lombardia Beni Culturali - Archivi