Forma autorizzata del nome
Scuola dei poveri di Busto Arsizio
ente di assistenza e beneficenza
La Congregazione di carità di Busto Arsizio è l'erede di una solida tradizione di beneficenza elemosiniera bustese che è ben testimoniata a partire dal XIV secolo. Ben sette tra scuole e consorzi, secondo Pio Bondioli, autore di una storia della beneficenza bustese dal XIV al XIX secolo, risultano infatti operanti nel 1399 con compiti di assistenza e sostegno a miserabili e infermi (1). Fu a partire dal primo decennio del XVI secolo che l'attività di queste opere assistenziali si concentrò attorno a quella che era probabilmente la più importante e solida economicamente: la Scuola dei Poveri. Le testimonianze più antiche vengono dal"Libro della Scuola dei Poveri"(2) che a partire dal 1522 riporta le revisioni dei conti dei vari consorzi, riuniti in una sorta di federazione, in cui ogni ente mantiene distinti i propri elementi, ma un tesoriere stipendiato si occupa della amministrazione generale controllato da due consoli eletti e da alcuni membri delle scuole. La denominazione Scuola dei Poveri, come risulta dal già citato registro, si impone stabilmente a partire dal 1530. Di fatto la Scuola dei Poveri assorbiva il non scarso patrimonio dei vari consorzi bustesi, mantenendone la gestione esclusivamente laica e la generica destinazione al soccorso dei poveri, delle fanciulle senza dote e degli infermi. Fu nel 1566 che la comunità di Busto Arsizio richiese a papa Pio V una bolla di erezione canonica della Scuola dei Poveri. [Descrizione completa consultabile in Lombardia Beni Culturali.]
LBC Archivi. Lombardia Beni Culturali - Archivi