Forma autorizzata del nome
Scuola dei ciechi, zoppi, storpi, poveri e infermi di San Cristoforo in San Salvatore in Xenodochio
La confraternita, "nel contesto di una avversione (...) largamente condivisa contro la povertà fraudolenta e la pressione (...) dei forestieri miserabili, assicurava ad una minoranza di mendicanti rispettabili, effettivamente inabili al lavoro, il delicato privilegio del questuare" (ZARDIN, Carità e mutua assistenza, p. 289). Questi potevano così chiedere l'elemosina per le strade cittadine senza venir scacciati, portando appesa al collo una medaglia con l'immagine di San Cristoforo che li rendeva riconoscibili. Si riunivano per le loro devozioni nella cappella dedicata al Santo nella chiesa parrocchiale di San Salvatore in Xenodochio.
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