Forma autorizzata del nome
Capitolo di Santa Maria della Scala
Santa Maria Nuova
Santa Maria di Caruptis
Santa Maria alle Case rotte
Santa Maria della Scala in San Fedele
Negli ultimi decenni del Trecento Regina della Scala, moglie di Bernabò Visconti, fondò una chiesa con l'intento di riedificare la chiesetta di Santa Veronica, eretta nel luogo ove ancora si trovava il guasto provocato dalla demolizione delle case dei Della Torre, alcuni decenni prima. Dedicata all'Assunzione di Maria e consacrata nel 1381, la nuova fondazione fu conosciuta come Santa Maria Nuova o in Porta Nuova, con riferimento alla nuova costruzione e all'ubicazione cittadina, oppure Santa Maria 'de Caruptis' o alle Case Rotte, con riferimento invece alle rovine delle case torriane; la denominazione più conosciuta però, e che infine prese il sopravvento, fu quella che si riferì al nome della fondatrice. Alla morte di Regina, nel 1384, Bernabò eresse Santa Maria della Scala in collegiata di patronato signorile, dotata di una ventina di canonicati per il capitolo maggiore, tutti i membri del quale dovevano essere sacerdoti. A questi spettava, si può dire, il titolo di 'clero di corte', espressamente incaricato della preghiera e della celebrazione per le anime dei signori viventi e defunti, e scelto con attenzione tra persone fedeli alla dinastia regnante. Il prestigio della Scala durò ancora per tutta l'epoca sforzesca, fino al ducato di Francesco II nel corso del quale godette di particolare prosperità; morto lui senza discendenti, e pur mantenendo con Carlo V il titolo di "imperiale sacellum", la collegiata non ebbe più il particolare significato politico ed economico di cui godette nei secoli precedenti. [Descrizione completa consultabile in Lombardia Beni Culturali.]
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