Forma autorizzata del nome
Monastero di San Vincenzo in Prato, benedettini
Edificato dove sorgeva un tempio o necropoli pagana, successivamente trasformato in chiesa cristiana intitolata alla Vergine Madre del Redentore, vi furono poi poste le reliquie del martire San Vincenzo e la chiesa cambiò intitolazione. Il monastero dovrebbe essere stato fondato all'inizio del IX secolo; nell'806, infatti, l'arcivescovo Odelperto concesse l'abbazia, possesso arcivescovile, all'abate di Sant'Ambrogio (quindi ai benedettini). Nell'833 vi furono uniti San Pietro sopra Civate e poi anche San Sisto al Carrobbio. La denominazione "in prato" deriva probabilmente dalla presenza nel circondario di prati. Il monastero ospitava 24 giovani che alla morte dei monaci ne prendevano il posto, permettendo l'arrivo di altri giovani, per fare in modo che il numero totale di educandi fosse sempre 24. Nel 1520 il monastero fu dato in commenda ed i pochi monaci rimasti furono mandati alle loro case con una pensione.
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