Forma autorizzata del nome
Comune di Pescia
Ufficio locale o periferico di stato di Antico regime
La città, perduta ogni autonomia politica nel 1339, data in cui si sottomise a Firenze, conservò tuttavia le proprie istituzioni amministrative. Un consiglio di dieci buoni uomini, di cui sei priori e quattro capitani di parte guelfa, provvedevano all'amministrazione comunale. I priori e capitani, presieduti dai rispettivi proposti, esaminavano insieme ai sei di collegio gli affari più importanti sui quali era poi chiamato a deliberare il consiglio generale. Alle adunanze di quest'ultimo partecipava di diritto il vicario, rappresentante del governo centrale di Firenze. Modificazioni di un certo rilievo introdussero a Pescia, come del resto nelle altre città toscane, le riforme leopoldine della seconda metà del XVIII secolo. Alla nuova comunità civica creata il 23 gennaio 1775 fu accordata una maggiore autonomia amministrativa mentre venivano abolite le precedenti istituzioni sostituite da nuovi organi: magistrato civico e consiglio generale. Con lo stesso motuproprio le popolazioni di CastellareCerretoe SoricoCollecchioMonte di Pesciae Monzonefurono unite a quelle della città
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