Forma autorizzata del nome
Opera pia Eredità Palura di Trevi, Trevi (Perugia), 1811 - 1982
Opera pia Eredità Palura di Trevi
ente di assistenza e beneficenza
Con testamento olografo del 2 agosto 1811, consegnato al notaio Filippo Valenti il 29 luglio 1812, don Alessandro Palura dispose che, con i proventi della propria eredità, venissero mantenute nel Conservatorio di San Bartolomeo di Trevi alcune ragazze povere, quante ne permettessero i redditi, assegnando sedici scudi annui.
Nominò erede e primo amministratore il fratello, il canonico don Vincenzo Palura e, alla morte di questi, Giuseppe Amici, con la facoltà di eleggersi un successore. Giuseppe, già succeduto a Palura, morì nel 1822, trasmettendo l'amministrazione dell'Opera pia al figlio Carlo Amici, che la tenne fino alla sua morte nel 1851.
Da quell'anno i canonici della Collegiata di Sant'Emiliano di Trevi si impossessarono del pio istituto e l'amministrarono fino al 12 febbraio 1865 quando, in base al regio decreto 21 dicembre 1864, venne concentrato nella Congregazione di carità di Trevi.
Nel 1937 fu incorporato nell'ECA di Trevi e nel 1940 decentrato presso gli IRAB di Trevi.
L'Opera pia fu soppressa nel 1982, poiché l'unico capitale che possedeva, consistente in un buono del tesoro di lire 5.000, non poté essere rinnovato in base alle nuove norme sulle emissioni del debito pubblico.
SIUSA. Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.