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Gerola, Gino, Terragnolo (TN), 1923 novembre 23 - Rovereto (TN), 2006 luglio 23 - Persona

 

Tipologia

Persona

 

Forma autorizzata del nome

Gerola, Gino, Terragnolo (TN), 1923 novembre 23 - Rovereto (TN), 2006 luglio 23  Linked Open Data: san.cat.sogP.100885

 

Altre denominazioni

Gerola, Gino

 

Professione

Insegnante
Scrittore

 

Descrizione

Appassionato scrittore e fine poeta, Gino Gerola nasce il 3 novembre 1923 a Terragnolo in provincia di Trento. Di umile famiglia contadina, frequenta le scuole elementari a Terragnolo e prosegue il percorso scolastico delle medie a Camposampiero (Padova) in un collegio privato gestito da religiosi dell'ordine dei Francescani Minori Conventuali. Rientrato in Trentino, nel 1942 ottiene il diploma magistrale presso l'Istituto Magistrale "Fabio Filzi" di Rovereto. Negli anni successivi insegna come maestro in varie scuole elementari della Vallagarina e continua a lavorare la campagna per riuscire a mantenersi agli studi iniziati presso l'Univeristà di Torino; qui si laurea in Lettere discutendo una tesi sul poeta Dino Campana. Assieme ad un gruppo di amici trentini nel 1946 pubblica una raccolta <Poeti al ciclostyle>, suo esordio poetico. Si interessa alla vita politica oltre che culturale del suo paese e nell'immediato dopoguerra ricopre la carica di sindaco di Terragnolo, nominato dal Comitato di Liberazione Nazionale. Nel 1950 prende la decisione di trasferirsi a Firenze assieme a Rita Cappelletti, conosciuta presso la scuola elementare di Scottini di Terragnolo, prima come alunno poi come collega, che nel 1952 diventerà sua moglie. In Toscana lavorerà prima in alcune scuole elementari, poi passerà alle scuole medie e successivamente insegnerà letteratura alle superiori fino al 1982, anno della pensione, partecipando sempre in modo attivo alla vita culturale della città toscana. A Firenze conosce grandi scrittori come Mario Luzi, Italo Calvino, Franco Fortini, Eugenio Montale, Giuseppe Ungaretti, che gravitano attorno al salotto letterario del Caffè Paszkowski. Frequenta il gruppo degli "ermetici" con Oreste Macrì, Piero Bigongiari, Alessandro Parronchi, Roberto Longhi e Anna Banti, mentre nei suoi soggiorni estivi a Folgaria coltiva la profonda amicizia con lo psichiatra Cesare Musatti. Nel 1953 pubblica la sua prima raccolta di poesia <Tempo d'avvento> e nel 1955 la casa editrice Sansoni stampa la sua tesi di laurea. Nel 1958 fonda con Giuseppe Zagarrio, Sergio Salvi e Lamberto Pignotti la rivista "Quartiere", ricoprendo fin da subito la carica di direttore responsabile e mantenendola fino alla chiusura della rivista, avvenuta nel 1968. Nel 1963 diventa socio corrispondente dell'Accademia degli Agiati di Rovereto per la classe di lettere e arti. Dal 1979 al 1988 ricopre le cariche di segretario regionale per la Toscana e consigliere Nazionale del Sindacato Nazionale Scrittori (S.N.S.). Dalla metà degli anni Settanta si dedica in prevalenza alla stesura di opere di narrativa, critica e memorialistica, tralasciando, solo in parte, la poesia; vengono così pubblicati: <La mandra> (1976), <Il tabernacolo delle sette vedove> (1978), <Il castello delle bicocche> (1980), <Il vespario> (1984), <Le masnade: saga delle vallate trentine> (1986), <Un editore e sette fiorentini> (1987), <La casara di Bisorte> (1988), <Le stagioni dei Bortolini> (1990), <Profili dall'altipiano> (1993), <Le pietre del passato> (1996), <Lungostrada: incontri di un aspirante scrittore> (1996), <Le tende sul Pasubio> (1997), <I sentieri le chimere> (1998) e <Scottini 1885> (2002). Durante la sua carriera vince numerosi premi, tra i quali: <Città di Trento>, <Ragusa>, <Villafranca Padovana>; collabora come giurato al Premio <Vittoria Giuliani Sostegni> di Folgaria e organizza nel 1969 il premio intrenazionale <Città di Firenze>, ricoprendo il ruolo di segretario del comitato organizzatore. Oltre a scrivere per numerose riviste culturali e quotidiani (<Il contemporaneo>, <Il Ponte>, <Il Nuovo Corriere>, <Paese Sera>, <Letteratura>, <La Fiera letteraria>, <La Chimera>), svolge la mansione di redattore per la rivista romana <Stagione> e collabora con il periodico trentino <Letture trentine e altoatesine>. Nel 1989 rientra in Trentino, dividendosi tra la casa in via Setaioli a Rovereto e la casa estiva in piazza San Lorenzo a Folgaria. Prosegue la sua attività di scrittore pubblicando i suoi romanzi e collaborando con i quotidiani <l'Adige>, <Alto Adige> e con la rivista <Questotrentino>. Durante le elezioni amministrative del 2000, si candida nella lista dei Democratici di Sinistra per il Comune di Rovereto, mantenendo vivo il suo interesse per il mondo della politica. Nel 2001 gli viene conferito il premio alla carriera promosso dalla Magnifica Comunità di Folgaria in collaborazione con i comuni di Rovereto e di Terragnolo; nello stesso anno pubblica la raccolta di tutte le sue poesie <La valle e periferia (1943-1995)>, già edita nel 2000 in lingua spagnola grazie alla traduzione da Carmelo Vera Saura. <La calandra>, sua ultima opera, esce nel 2003, ma Gerola continua a scrivere fino alla fine. Muore a 82 anni, il 23 luglio 2006, presso l'ospedale Santa Maria del Carmine di Rovereto...

 

Sistema aderente

Sistema informativo degli archivi storici del Trentino-AST

 

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