Basilica di Santa Maria Novella
Tipo Soggetto Conservatore:
- ente e istituzione della Chiesa cattolica
L'Archivio di Santa Maria Novella e la Biblioteca Domenicana di Santa Maria Novella "Jacopo Passavanti" si intrecciano durante la riorganizzazione conventuale succeduta alla soppressione postunitaria 1866, man mano che la piccola comunità ottiene in concessione locali congrui alla cura parrocchiale ed è inevitabile imbattersi nei benemeriti di p. Alberto Zucchi OP e di p. Costanzo Becchi OP. Nel 1903-1904 i frati ottengono in uso metà del corridoio superiore del braccio occidentale del primo chiostro o "chiostro verde" e il 1905 fissa a buon diritto la nascita del nuovo ed attuale archivio. «Fatta copiare per l'Archivio di Santa Maria Novella a dì 12 aprile 1905» (ASMN I.B.55.1). Padre Becchi a p. 111 dei Ricord-E scrive: «In questo medesimo anno 1905 [¿] la stanza dell'Archivio è sede ora e custodia: di quei documenti e manoscritti che furono salvati nella soppressione [1810]; di una collezione di libri liturgici dell'Ordine; della libreria; 4. dell¿argenteria della Chiesa; di varie altre cose antiche o pregevoli, raccolte da varii luoghi del Convento o della Sagrestia». Il parziale recupero del materiale archivistico premoderno dovette avvenire in tempi lunghi e soprattuto per vie traverse e accidentate; le medesime percorse dalla dispersione, nonostante la parvenza di "unità preservata" dal pubblico incameramento. Apprendiamo incidentalmente che nei primi decenni del Novecento taluni pezzi più antichi e preziosi appartenenti all'archivio di Santa Maria Novella erano ancora presso l'archivio generale OP di Roma. Lì depositati in più sicura custodia? Il fondo anagrafico della parrocchia e la natura prevalentemente amministrativa dei libri rimasti in loco suggeriscono almeno una spiegazione complementare: che documentazione garante di contrattualità vigente tra laici e chiesa (penso all'area del tenacissimo ius patronatus: cappelle altari sepolcri ecc. e loro dotazione) fosse lasciata a disposizione dei pochi frati (non più convento) titolari della cura. Eloquente il caso dei libri liturgici e degli antichi corali. Del medesimo genere erano i libri che la soppressione leopoldina destinò agli archivi diocesani locali anziché a quelli arciducali. A parte va considerato, per implicanze di diritto internazionale, il caso dell'archivio della Provincia Romana dell'ordine dei Predicatori (o uno dei suoi depositi dislocati), sullo scadere del Secento trasferito dal convento San Marco a Santa Maria Novella, ma non patrimonio conventuale. Quale sorte nelle procedure d'incameramento ad esso riservato? Senza ignorare, infine, filoni di privata circolazione e d'inappurabile passamano, ma che possono ancora riservare sorprese. L'erudito funzionario Giuseppe Palagi (1821-1881) entrò in possesso dopo le soppressioni leopoldina e napoleonica ma a cavallo di quella postunitaria d'una rispettabile porzione archivistica di Santa Maria Novella, sia del convento che delle sue compagnie laicali; successivamente acquistata dalla Biblioteca Moreniana di Firenze. Pezzi di natura varia, ma non banali. Tra di essi si riconosce non senza commozione il Liber vestitionum et professionum A (1556-1713): primo della serie, va a ricongiungersi con ASMN I.A.20 Liber vestitionum et professionum B (1713-1914), per formare un ponte di quasi cinque secoli su movimento vocazionale e demografia interna del convento». p. E. Panella OP
I fondi ad oggi conservati presso l'Archivio sono i seguenti: Governo e autostoria conventuale (secc.13-20), Varia vel extranea (15-19), Sagrestia (oltre ai corali - secc. 13-18 - secc. 17-20), Fraternite laiche (secc. 17-19), Amministrazione (secc. 18-20), miscellanee (secc. 15-20), Parrocchia (secc. 18-20).
Piazza della Stazione 4/A - 50100, Firenze (Firenze)
Servizio consultazione al pubblico:
Si
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Schede conservatori nei sistemi di provenienza:
Risorse esterne correlate: