Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea
Tipo Soggetto Conservatore:
- accademia/ente di cultura
Dopo un tentativo di fondazione di un istituto nei primi anni Cinquanta, ad opera di un gruppo di ex partigiani, fallito in pochi mesi, una nuova proposta di fondazione fu presentata ad alcuni esponenti dell'Istituto regionale veneto da parte di Maurizio Zangarini, alla fine degli anni Settanta, ma non ottenne consenso. Nel 1986, lo stesso Zangarini convocò un Comitato di garanti composto di studiosi (accademici e non), e ex partigiani, questi ultimi comunque legati al mondo culturale cittadino, nell'intento di dare vita ad un istituto decisamente proiettato verso la ricerca. L'iniziativa si scontrò con esponenti delle associazioni di ex partigiani che ritenevano di dover avere un ruolo guida nell'Istituto, che nel frattempo (1987), era stato fondato dal suddetto Comitato di garanti. Una serie di mediazioni portò alla stesura di uno statuto che comprendeva anche le associazioni partigiane ma che non riservava ad esse alcun ruolo precostituito. Nonostante lo Statuto prevedesse la partecipazione di Comune e Provincia quali soci fondatori, partecipazione che i due enti avevano sottoscritto, l'Istituto non ebbe, tranne che in due occasioni, alcuna sovvenzione da essi, se non una sede in un immobile comunale con affitto politico. Nel 1992 il quotidiano locale stipulò una convenzione con l'Istituto: una sovvenzione di cinque milioni in cambio della possibilità di visionare l'archivio, a richiesta e dietro permesso del direttore. A tutt'oggi questa è l'unica entrata stabile dell'Istituto. In quello stesso anno, il nuovo assessore al Patrimonio dell'Amministrazione Polo - Lega diede lo sfratto all'Istituto che da allora è ospitato nell'attuale sede della Biblioteca comunale. Le attuali amministrazioni locali hanno dichiarato ufficialmente di non voler sostenere economicamente l'Istituto. Sono in corso contatti con l'Università di Verona, con buone prospettive e tempi non biblici, per un trasferimento dell'Istituto in quella sede. E' stata attuata una convenzione con la facoltà di Scienze della formazione dell'Università di Verona in base alla quale, a partire dall'ottobre 2000, l'Istituto è riconosciuto quale ente formatore degli studenti, vincolati a 200 ore di stages nel corso del quadriennio. Responsabile di questo servizio è Manuela Tommasi. Primo presidente fu Licisco Magagnato, figura di spicco della cultura veneta, ex azionista e direttore dei musei veronesi. Alla sua morte (1987), venne eletto Emilio Franzina. L'attuale Consiglio direttivo è formato da Raul Adami, Giovanni Dusi, Emilio Franzina, Berto Perotti, Lorenzo Rocca, Gian Paolo Romagnani, Manuela Tommasi, Tiziana Valpiana, Maurizio Zangarini. Il Comitato scientifico è composto da Rino Cona, Emilio Franzina, Gian Paolo Marchi, Giovanna Massariello Merzagora, Nadia Olivieri, Sergio Paronetto, Alessandro Pastore, Gian Paolo Romagnani, Carlo Saletti, Maurizio Zangarini. L'Istituto segue due filoni di attività: didattica e ricerca. Per quel che attiene alla didattica, ha organizzato corsi di aggiornamento per insegnanti di ogni ordine e grado, su tematiche della storia contemporanea, ottenendo ampio consenso e adesione. I corsi sono stati riconosciuti dal Provveditorato di Verona. Da due anni i corsi si svolgono in collaborazione con il dipartimento di Discipline storiche, artistiche e geografiche dell'Università di Verona. Per quel che riguarda la ricerca, a partire dal 1993, l'Istituto ha dato vita a una collana editoriale che ha visto la pubblicazione di un volume all'anno; i volumi riguardano la storia locale, mentre uno di essi è dedicato al romanzo come fonte storica.Nel 1992 è stata organizzata la mostra "Ebrei a Verona. Presenza ed esclusione" che ha avuto molta fortuna ed è stata presentata in oltre cinquanta sedi ed è tutt'ora richiesta.
Via Cantarane, 6 - 37129, Verona (Verona)
Servizio consultazione al pubblico:
Si
Condizioni di accesso e fruizione Didattica: su appuntamento; Condizioni di accesso e fruizione biblioteca: accesso libero, non è previsto il prestito; Condizioni di accesso e fruizione biblioteca: accesso all'archivio previo permesso del direttore e su appuntamento;