L'architetto e storico dell'arte inglese Herbert Percy Horne (1864-1916), alla vigilia della sua morte, redasse un testamento per il quale intese lasciare tutto i suoi possedimenti in Italia - l'intero Palazzo in via de' Benci con mobili, oggetti d'arte, disegni, libri e documenti in esso conservati - allo Stato italiano con l'obbligo di costituire una fondazione che si impegnasse a 'beneficio degli studi'. Infatti, nel 1917, viene creata la "Fondazione Horne" in qualità di ente morale.
Solo pochi anni dopo, nel 1922, la giovane Fondazione inaugurò una prima parte del Museo che, tuttavia, fu costretta a chiudere durante gli anni della seconda guerra mondiale. I suoi battenti si riaprirono finalmente nel 1947, anche se con gravi difficoltà finanziarie. Purtroppo, le avversità per l'Istituto non erano ancora finite: nel 1966 altri gravosi danni furono causati dalla esondazione del fiume Arno e il Museo fu nuovamente costretto a interrompere la sua attività espositiva. L'ultima, definitiva riapertura avvenne nel 1975 e da allora Fondazione e Museo si impegnano nella realizzazione degli obiettivi tracciati da Horne nel suo testamento.
Essa, infatti, oltre a provvedere al mantenimento e l'esposizione dei suoi beni preziosi (sculture in vari materiali, ceramiche, sigilli, medaglie, ecc.), si è impegnata nella catalogazione del patrimonio librario, nell'inventariazione delle carte archivistiche e nella promozione di ricerche e studi sia sulla collezione sia sul Rinascimento...