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Catasti

 

Denominazione

Catasti  Linked Open Data: san.cat.complArch.27406

 

Tipologia

complesso di archivi

 

Data

1805 - 1929

 

Consistenza

 

Descrizione

La documentazione, eterogenea ed assai ampia, distinta in «Censo provvisorio», «Censo stabile», «Atti delle lustrazioni» venne prodotta da uffici diversi susseguitisi nel tempo. In particolare: la Giunta per il censimento lombardo-veneta che cedette il materiale nel 1859 alla Direzione del Censo per le province venete ed in seguito all'Intendenza di finanza di Venezia che nel 1881 lo versò all'Archivio di Stato di Venezia. La distinzione tra Catasto napoleonico, Catasto austriaco e Catasto austro - italiano, non corrisponde pertanto alla effettiva articolazione del fondo e riflette una imprecisa terminologia di comodo. UTILIZZO del CATASTO: La documentazione catastale può fornire al ricercatore la risposta a una variegata tipologia di quesiti di carattere scientifico e storico. Il primo e più immediato utilizzo consiste nella ricostruzione della linea del possesso dei beni fondiari e nella verifica dell’esistenza di un edificio in una determinata epoca. Analogamente si impiega per lo studio biografico e familiare, poiché attraverso il catasto si può conoscere l’evoluzione del patrimonio fondiario di una persona o di una famiglia. Su più ampia scala la fonte diventa strumento fondamentale per la ricostruzione del paesaggio, dei regimi agrari, dell’idrografia (consentendo ad esempio lo studio delle dinamiche di alterazione del letto di un fiume). E s'impone, naturalmente, come il primo e indispensabile documento per lo studio della proprietà della terra e degli edifici per ceti sociali e per classi d’ampiezza. Prezioso, infine, il materiale preparatorio, specialmente quello preliminare all’elaborazione e la definizione delle tariffe d’estimo: vera e propria inchiesta agraria che ci tramanda una mole incredibilmente copiosa di dati sul clima, le conoscenze geologiche, le modalità di coltivazione, le rotazioni, i patti agrari e le regole della conduzione e della ripartizione degli utili, gli appoderamenti, le famiglie coloniche e le loro abitazioni, il sistema di pesi e misure, i mercati e le fiere, la rete stradale e così via. Ma il cartografo e lo storico della cartografia riscontreranno evidenti motivi di interesse nella propria disciplina; il giudice e il perito giudiziario si potranno servire della fonte catastale per ottenere elementi utili a dirimere vertenze di confine; e così lo storico dell’alimentazione e han l’esigenza di sfogliare questi documenti, non meno che lo storico dell’agricoltura e dell’economia, per ragioni chiare a tutti. Una prima e fondamentale avvertenza l'archivista rivolge sempre all’utente della documentazione catastale: di tenere in ogni momento presente che, prima di essere versata in archivio ed enfatizzare così in misura preponderante la propria natura di bene culturale (perché un documento è bene culturale sin da quando inizia ad esistere), tale documentazione rappresenta lo strumento e l’esito di una operazione di tipo fiscale e tributario. Ciò condiziona non solo la credibilità, ma l’essenza stessa delle informazioni. Così, ad esempio – con la significativa eccezione del "tavolare" di impiego oggi residuale e circoscritto nel Veneto alla sola Cortina d’Ampezzo e a Pedemonte (Vicenza), cui nell’Ottocento s’aggiungevano i due comuni del territorio di Livinallongo (Belluno) – il catasto non conferisce la prova ‘regina’ della proprietà fondiaria, bensì quella del possesso, giacché sul possessore (usufruttuario, utilista, enfiteuta) gravava l’onere fiscale e non sul 'nudo' proprietario, ed è quindi il possessore il titolare della partita catastale. Allo stesso modo, in caso di modifiche nell'assetto della proprietà, era prevalente interesse del vecchio e non del nuovo dell’amministrazione tributaria (che in definitiva tendeva solo all’accertamento dell’imponibile e alla riscossione dell'imposta, indipendentemente dal soggetto gravato), far registrare il trasferimento mediante una voltura, per affrancarsi dagli obblighi fiscali. La rendita censuaria esposta nelle fonti catastali, inoltre, non andrà mai confusa con la rendita reale di un fondo o di un immobile. Il catasto valuta infatti la rendita potenziale dei beni (indipendentemente da eventuali miglioramenti, come pure da una trascurata e inefficiente conduzione), basandosi su una resa media di lungo periodo e calcolata su prezzi medi pluriennali dei prodotti agrari. Va, infine, sottolineato che la documentazione catastale qui descritta non contiene planimetrie interne degli edifici.

 

Sistema aderente

SIASVE. Sistema informativo dell'Archivio di Stato di Venezia.

 

URL Scheda provenienza

 

Soggetti conservatori

 

Soggetti produttori