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Percorsi tematici

Questa sezione raccoglie una serie di itinerari realizzati dagli Archivi di Stato, dalle Soprintendenze Archivistiche e da Istituti esterni all'Amministrazione archivistica.

Ciascun percorso è corredato da una scheda descrittiva con un rimando al sito dell'Istituto che lo ha realizzato. Offre anche i collegamenti alle risorse archivistiche descritte nel SAN, ai documenti digitali e a una bibliografia. Questi ulteriori strumenti hanno lo scopo non solo di ampliare l'offerta di contenuti ma anche di facilitare l'esplorazione e la conoscenza del patrimonio archivistico.

L'utente viene guidato in itinerari di ricerca tra le fonti degli Istituti archivistici. I percorsi tematici, senza la pretesa di essere esaustivi, rispondono all'esigenza di suggerire una possibile via interpretativa che permetta di orientarsi allinterno di una determinata materia.

 
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Censura teatrale e Fascismo (1931-1944). CoRTI - Copioni Rappresentazioni Teatro in Italia. Archivio Centrale dello Stato

Logo carta da lettera della compagnia teatrale "I De Filippo"

 
 

Descrizione

 Il percorso presenta fotografie, immagini e testi dei copioni teatrali sottoposti a censura, conservati presso l’Archivio Centrale dello Stato. Tale documentazione costituisce un importante strumento di studio e di ricerca per un aspetto rilevante della politica culturale durante il Fascismo. Il complesso documentario viene a costituirsi a seguito della l. 6 giugno 1931, n. 599, con la quale il servizio di censura teatrale, fino ad allora affidato alle prefetture, viene centralizzato in un Ufficio per lo revisione teatrale presso il Ministero dell'interno, successivamente trasferito al Sottosegretariato per lo stampa e propaganda, poi Ministero della cultura popolare. Censura e tutela dell’ordine pubblico da un lato e contenimento della spesa pubblica, anche con l'imposizione di tasse sullo spettacolo, dall'altro, sono i temi di fondo su cui si stabilisce il rapporto teatro-amministrazione pubblica nel sec. XIX e fino alla prima guerra mondiale.

Durante il Fascismo, anche sulla base degli sviluppi della propaganda che durante lo prima guerra mondiale era stata estesa pure al teatro, emerge, accanto all’'accentuazione della prevenzione per ragioni politiche, lo considerazione del teatro come mezzo di diffusione dei valori e miti del fascismo nel più ampio quadro dell’organizzazione del tempo libero. Alla difformità delle valutazioni dei prefetti, si rispose nel 1931 con la centralizzazione del servizio che includeva ora anche il settore radiofonico. Tutte le opere, destinate al teatro e alla radio, dovevano essere approvate dal Ministero dell’'interno, che poteva avvalersi del parere di una commissione presieduta dal capo della polizia. Le rappresentazioni teatrali e radiofoniche entrano nel progetto di propaganda di massa che utilizza lo cultura a fini di “educazione nazionale” e di organizzazione del consenso. Con Galeazzo Ciano la valutazione preventiva viene intesa come efficace mezzo di controllo politico sugli autori, sulle compagnie e sugli spettacoli e, insieme, quale strumento di mediazione tra potere politico e mondo teatrale, ritenendosi di poter così influire, in qualche misura, “sul rinnovamento etico-culturale della produzione teatrale italiano”, rispettando tuttavia i grandi autori. Dal 1931 al gennaio 1943 si contano 17.330 testi, cui vanno aggiunti quelli del 1943 e del 1944. Nell’Italia repubblicana la competenza passò alla Presidenza del consiglio dei ministri, che acquisì l'archivio del periodo fascista. Nel 1959, le funzioni sul teatro passarono al Ministero turismo e spettacolo, le cui competenze furono riunite a quelle del Ministero per i beni e le attività culturali con nel 1998. La legge sulla “Revisione dei film e dei lavori teatrali" del 1962 abolisce lo censura teatrale generalizzata, riproponendola solo nell'ottica dell’offesa al buon costume, sotto la dizione di “revisione teatrale”. Nel 1998, infine, viene soppressa ogni forma di censura teatrale.

 L'inventario intitolato "Censura teatrale e Fascismo (1931-1944). La storia, l'archivio, l'inventario",a cura di Patrizia Ferrara, è pubblicato al seguente link: http://www.archivi.beniculturali.it/dga/uploads/documents/Strumenti/Strumenti_CLX_1.pdf (parte prima); http://www.archivi.beniculturali.it/dga/uploads/documents/Strumenti/Strumenti_CLX_2.pdf (parte secondaI)

 La Banca dati e la galleria iconografica sono consultabili all'indirizzo: http://teatronelfascismo.uniroma1.it/